Alzi la mano chi ama le sciccoserie retrò, i vinili da ascoltare con il giradischi portatili, i vestiti fatti a mano, i dolcetti e le chiacchiere tra amiche!
Magari vi piacerebbe pure che tutto questo fosse riunito sotto un unico tetto, preferibilmente quello del vostro salotto? Come dite, impossibile?
Nulla è impossibile, perché sono nati i Salotti Sartoriali di Filogramma e dietro a questa impresa incredibilmente vintage ci sono quattro donne pazzesche di cui una è Camilla Sernagiotto, dalla quale non possiamo che aspettarci un’esperienza sensoriale ed emotiva da rimanerci secchi (nel senso buono, ovviamente)
Acchiappate i pop corn, che il bello comincia ora!
Filogramma è una sartoria di abiti d’essai, un progetto totalmente femminile composto da tre sorelle e una nipote, che propone Salotti Sartoriali a domicilio che conciliano “l’haute couture e l’arte”.
Le protagoniste di questi salotti saranno le madame e mademoiselle padrone di casa ma anche le otto donne, protagoniste di altrettanti film indipendenti, che hanno donato i propri nomi e anime agli abiti: Rebecca, Carlotta, Sandra, Amelia, India, Susanna, Sara e Mariarosa.
Ogni Salotto organizzato minuziosamente ed interamente da Filogramma porta a casa vostra un vero e proprio happening artistico grazie alla presenza di una fashion designer, un’attrice e una modella, il tutto condotto dalla stessa Camilla Sernagiotto in collaborazione con le tre zie.
Ma per immergerci totalmente nell’atmosfera di Filogramma ho deciso di fare…
Due chiacchiere con Camilla
Ciao Camilla! Benvenuta nell’armadio! Cominciamo con una domanda semplice semplice. Come nasce Filogramma?
Ciao Valentina! Grazie mille! Filogramma nasce dal mio amore viscerale per il cinema, dalla passione delle mie tre zie per la sartoria, dalla voglia di creare qualcosa di nuovo nella moda e di impastare tutto quanto in un’inedita frolla nella quale mescoliamo teatro, letteratura, arte, couture, film… Ogni Salotto Sartoriale è un happening unico e irripetibile che fonde in sé tutto questo.
Questo progetto nasce dalla collaborazione tra te e le tue tre zie sarte. Loro tre hanno sempre lavorato insieme? E com’è stato per te inserirti tra le sorelle?
Le mie tre zie sono ex sarte che credevano di avere attaccato ago e filo al chiodo, godendosi la meritata pensione. Ma poi la loro nipote più assillante le ha coinvolte in questo progetto, facendogli staccare l’ago dal chiodo. Lavorano divinamente, sono molto affiatate e spesso non devono nemmeno parlare per capirsi al volo. Io non sono così telepatica con loro, ovviamente: loro tre sono cresciute assieme, sono sempre state inseparabili, come se fossero gemelle. Questo progetto, parole loro, le ha ancora più unite. E ci ha ancora più unite! Datemi un paio di mesi e sarò telepatica pure io con le zie 😉
Filogramma unisce molte passioni, la moda, il gusto retrò e soprattutto il cinema d’autore. Come avete scelto i film a cui sono ispirate le vostro otto donne?
I requisiti erano tre: la pellicola doveva essere d’essai, doveva piacerci tantissimo e presentare outfit delle protagoniste di sapore vintage, con tagli retrò che ricordassero gli anni Cinquanta. Non è stato facilissimo selezionarne otto ma quello è il numero fortunato della mia famiglia (nonché il simbolo dell’infinito messo in verticale) e quindi la collezione doveva essere di otto capi. Ne avrei scelti tanti altri ma alla fine soltanto Rebecca, Carlotta, Sandra, Amelia, India, Susanna, Sara e Mariarosa si sono rivelate le nostre otto muse perfette, con il fascino e i requisiti perfetti.
Sono molto curiosa. Mi puoi svelare almeno in parte come si svolge un Salotto Sartoriale? Spoiler!
Vade retro spoiler! Scherzi a parte, in realtà non è possibile svelare come si svolge un Salotto Sartoriale perché ciascun evento è diversissimo dall’altro. Si tratta di un happening “sartistico”, su misura di coloro che lo hanno prenotato: compilando un questionario sui gusti musicali, cinematografici, letterari, artistici, sugli amabili ricordi (dalla cartella che si usava in prima elementare all’odore mandorlato della Coccoina, che per molti è una madeleine proustiana a tutti gli effetti) e sulla parte più piacevole del passato trascorso (con scavi nell’infanzia e nella giovinezza), si creerà la linfa vitale da cui nascerà il Salotto Sartoriale. Oltre agli otto abiti, saranno protagonisti assoluti anche cinema, musica, letteratura, teatro… Ci saranno modelle, attrici, due fashion designer da chapeau che cureranno alla perfezione ogni minimo dettaglio, musicisti diversi di volta in volta (dal quartetto d’archi al pianista, dalla band folk all’arpista, dipende tutto dai gusti dei committenti, gusti che scandaglieremo in profondità prima che il Salotto Sartoriale approdi nei loro soggiorni) e, ovviamente, io e le zie! Tutte le volte la ricetta cambia ingredienti ma il risultato è sempre da estasi palatale assicurata 😉
Tu sei autrice, scrittrice, canti e suoni (ricordiamo i tuoi Jukebooks). Come sei arrivata ad intrecciarti anche nella moda?
E per fortuna per il ballo non sono portata! Scherzi a parte, credo di soffrire di una sorta di “bulimia creativa”, una specie di “binge creating” per il quale devo continuare a fare qualcosa di nuovo, qualcosa che stimoli la mia fantasia.
La moda mi attira molto ma non quella preconfezionata: adoro farmi fare abiti su misura che disegno io stessa, lo preferisco di gran lunga rispetto allo shopping nei negozi. Da quando sono bambina, le mie zie confezionano abitini da sogno per me e per tutte le bambine della famiglia e ricordo quei momenti, quando ci prendevano le misure tra un tè e un piattino di pasticcini, come momenti deliziosi. Anche una volta cresciuta ho continuato a preferire le confezioni sartoriali, non perché si tratti di pezzi unici bensì perché hanno una storia più interessante dietro, sono fatte di chiacchiere con la sarta, di camerini e boudoir improvvisati dietro a esotici paravento, di lentezza, di consigli, di rifiniture pregiate, di calma e relax… Sono momenti che un abito prodotto su larga scala non riuscirà mai a farti assaporare.
Infine, per quanto riguarda i miei outfit preferiti ho sempre guardato molto alla moda cinematografica e televisiva: dalla salopette-gonna di Wendy in Shining ai look in stile mormone delle protagoniste de Il giardino delle vergini suicide e allo stile vintage preppy di Audrey Horne di Twin Peaks, lo schermo è sempre stato il mio personalissimo Image Consultant.
Quale tipo di donna è la donna Filogramma?
Una donna senza età, ci scrivono sia le giovanissime sia le più mature. L’importante è che la giovinezza sia di testa: dentro devono essere bambine. Il profilo di chi ci contatta per prenotare un Salotto Sartoriale è vario ma ha sempre le seguenti caratteristiche: sono donne curiose, cinefile, con un gusto retrò, appassionate di cultura alternativa. La cosa più bella di questo progetto è che gli otto abiti di Filogramma stanno diventando una specie di coccarda che identifica chi ha un animo simile, chi ama lo stesso tipo di cinema, letteratura, arte, chi si sente più Rebecca e chi più India, chi veste meglio Carlotta e chi è a proprio agio in Amelia. Un po’ come se fossero le divise di una nuova tipologia di Girl Scout che, anziché andare a vendere biscotti porta a porta, li assaggiano nel soggiorno delle amiche mentre assaporano il loro Salotto Sartoriale. Una scena molto wesandersoniana!
Ti ringrazio molto per il tuo tempo, sperando di poter partecipare ad un Salotto!
Grazie a te, cara Valentina! Non vediamo l’ora di leggere il tuo questionario, allora! Un caro saluto da tutte le donne di Filogramma.
Per saperne di più e prenotare il vostro Salotto andate subito sul sito ufficiale di Filogramma! Io corro!
Kiss kiss (bang bang)