Ecco cosa ho letto ad aprile

Aprile dolce dormire un corno! Ho letto tantissimo e forse per questo mi è venuta la stramba idea di tornare sul blog per parlarvi delle mie letture sullo slancio di quella sfida che a inizio anno ho lanciato a me stessa di leggere di più ma fermare con qualche pensiero scritto le letture per non farmele scivolare via.

Da inizio anno ho anche cominciato a essere maggiormente “elastica” tenendo sempre a mente un punto della carta dei diritti del lettore stilata da Daniel Pennac, il terzo:

Il diritto di non finire il libro.
Non è obbligatorio finire un libro che si è iniziato, eppure abbiamo provato tutti quel senso di inadeguatezza
che si prova nell’abbandonare la lettura di un libro definito un classico, un capolavoro. Abbiamo vissuto
questo abbandono come una sconfitta. In realtà, lasciare un libro a metà è un nostro inalienabile diritto

Ho abbandonato ben due titoli che non mi convincevano. In comune hanno la sensazione di disagio che mi metteva addosso leggerli e sono Ragazze di Evelyn Lau e Il paese delle nevi di Yasuari Kawabata. Specialmente con i secondo ho rischiato seriamente il blocco del lettore (ci ho fatto anche un video, to’). Ne ho anche abbandonato un terzo Il romanzo segreto delle streghe di Louisa Morgan in lettura col GdL Reading Witches di Elisa Morini.

Ma passiamo ai libri che invece ho letto per intero.

Le mie letture di aprile

⭐⭐⭐

Non ridere della vita sessuale degli altri di Nao-Cola Yamazaki

Lettura gradevole, veloce, scorrevole. Abituata a protagoniste femminili questo libro di Yamazaki è stato un piacevole cambio di prospettiva. Non un romanzo memorabile però, almeno per me.

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⭐⭐⭐⭐

A proposito di mia figlia di Kim Hye-Jin

Un romanzo difficile, che mi ha fatto arrabbiare tanto mi ha coinvolto con una protagonista lontanissima da me. Kim Hye-Jin prende una strada poco battuta della narrazione e ci ribalta come un calzino. Una storia di donne, di lotta, di umana pietà.

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La Taverna di Mezzanotte #2 e #3 di Yaro Abe

Tante vite diverse passano per la Taverna della Mezzanotte, ognuno porta con sé gioie, gioie e dolori e la richiesta di un piatto preferito che lo chef prepara al momento porgendo con discrezione e gentilezza orecchio a ciascun avventore. Delicato, malinconico, a tratti buffo e ironico, un manga equilibrato e veramente piacevole da leggere. Nonostante la ripetitività della formula ogni tankobon è incantevole e per noi occidentali curioso per i mille piatti che prepara l’oste e universale per il particolare rapporto che ognuno di noi ha con il cibo fatto di ricordi. La serie Netflix ve la consiglio perché è davvero molto bella.

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⭐⭐⭐⭐

L’arte di legare le persone di Paolo Milone

Fuori dagli schemi. Fuori dai denti. Milone racconta i suoi anni di psichiatria d’urgenza frammentandoli, bombardando il lettore con immagini che tolgono qualsiasi dubbio, no, la malattia mentale non va romanticizzata, la malattia mentale è crudele e spesso ingiusta e io sto ancora correndo tra le strade di Genova cercando di capire ancora più a fondo questo libro che mi ha confuso e strapazzato.

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⭐⭐⭐⭐

Il gatto venuto dal cielo di Takashi Hiraide

Io che raramente piango, con questo libro mi sono prosciugata. Diciamo che questo spaccato di vita così legato alla natura e ai suoi cicli, così piacevolmente sempre uguali e l’entrata in scena di una micina di nome Chibi, mi hanno coinvolta – pure troppo. Farsi avvolgere dalla scrittura di Takeshi Hiraide è un piacere grande. Un romanzo breve ma delizioso.

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⭐⭐⭐⭐

Il Party di Elizabeth Day

Difficile staccarsi da questo romanzo, nonostante i personaggi tutti francamente insopportabili. Sebbene sia strutturato come thriller, Day esplora l’amicizia, l’invidia sociale, la ferocia dell’ossessione in maniera spietata. Lo fa benissimo e ci regala anche un finale molto amaro.

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Da questo mese ascolto audio libri!

A inizio mese grazie a una collaborazione tra AccioBooks e la piattaforma di streaming BookBeat ho ricominciato ad ascoltare audiolibri.

Facendo la pendolare sono sempre con le cuffiette nelle orecchie, tra un podcast true crime e la musica, perché non ascoltare un libro? Ne ho quindi approfittato per capire se il mio span di attenzione è sufficiente per seguire e godere di un libro e affrontare autrici che non avevo ancora approcciato.

⭐⭐⭐⭐

Il posto di Annie Ernaux

Annie Ernaux è una di quelle autrici che avevo un po’ di paura di affrontare. Un Nobel e tanto, troppo hype. Per questo ho pensato di farmi leggere un suo libro. La scrittura di Ernaux è intensa e cruda, portata all’eccesso in questo diario del lutto, una dissezione meticolosa delle vita e della morte del padre. Crudele e tenera come solo una figlia può essere. Un libro pregno, che ho amato anche per la sua ironia e per le poche pagine (2h e 12 min di audio per 114 pagine). L’attrice e lettrice Sonia Bergamasco mi è piaciuta anche se a tratti l’ho trovata troppo greve.

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⭐⭐⭐⭐⭐

Accabadora di Michela Murgia

Accabadora , il primo libro che leggo di Michela Murgia, mi ha rapito sin dai primi istanti. La scrittura, fluida, dove ogni parola è calibrata e in accordo con le altre come le note musicali in una melodia. La storia della protagonista è lineare ma ammantata dal mistero della tradizione più scura. Poi a me quando c’è Torino tra i teatri in cui si svolge una trama, mi risuona dentro qualcosa di forte che non so dire. Insomma, libro che ho amato tantissimo e valore aggiunto, l’audiobook letto e interpretato meravigliosamente dall’autrice.

Questo è tutto – o quasi dato che in mezzo prosegue anche la lettura della saga Blackwater di Michael McDowell, di cui vi parlerò meglio più avanti.

Al prossimo mese!

Kiss kiss (bang bang)

Valentina Di Martino

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