E così, il film Marvel relegato ad una uscita estiva, l’ho visto pure io. Ero indecisa ma in fondo, “i film con gli uomini travestiti” li sto vedendo tutti e mi piace la COMPLETEZZA. Cioè, ragazzi, mi sono vista anche Green Lantern – che sì, lo so, è DC Comics, rimettete in tasca le uova marce, per Zeus! – quindi, l’uomo Formica ci sta eccome. E poi c’è il primo Ant-Man e poi ci sono i riferimenti allo S.H.I.E.L.D. e agli Avengers e all’Hydra. E insomma, dai.
Dato che non posso né dire che mi sia piaciuto né che non mi sia piaciuto, lo definisco un simpatico ant-ipasto (sì, Rob, me la sono riciclata anche se non ha fatto ridere manco la prima volta), ai prossimi film in uscita che tanto per dire, sono: Capitan America, Dr Strange e I Guardiani della Galassia ed essendo anche l’ultimo film della Fase 2 di Marvel Studios.
(psss… per un calendario di tutti i film di super eroi, tra cui Deadpool, cliccate qui)
Com’è o come non è io ho diviso il film in punti YAY e NAY un po’ spoilerosi e assolutamente personali, invece di farvi una recensione. Ma prima, un po’ di trama…. Pronti?
Siamo nel 1989 e veniamo catapultati in una riunione di consiglio dello S.H.I.E.L.D, in cui Hank Pym (Michael Douglas), dopo essere venuto a conoscenza che la propria scoperta per il restringimento stava per essere replicata, si dimette a suon di cazzotti.
Per incontrare il protagonista, quello che diventerà il secondo Ant-Man, ci spostiamo ai nostri giorni, in un carcere, con una scena burlona in stile Fight Club. Scott Lang (Paul Rudd) è un ex ingegnere finito in disgrazia dopo un furto con scasso, così abile ma così abile che Pym lo tiene d’occhio per accaparrarselo, farlo diventare il nuovo Ant Man e fargli rubare il costumino restringente creato dal suo pupillo Darren Cross (Corey Stoll), il Calabrone.
La trama, senza orpelli è questa. Poi c’è la figlia di Lang, Cassie. Poi c’è la figlia di Pym, Hope. E poi ci sono tutti i discorsi della serie “salvo il mondo e mi sacrifico perché voglio un futuro migliore per mia figlia”o anche “voglio diventare l’eroe che mia figlia crede già io sia” ma in generale la trama è lineare con un po’ di spionaggio, un po’ di furti e un po’ (troppo poca, davvero) azione.
Passerei dunque ai punti che mi sono piaciuti di più o di meno del film – specificando – non i punti salienti.
Punti YAY
1.Le espressioni di Paul Rudd
Il ragazzo mi fa ridere, non ho molto da aggiungere. Lo trovo buffo e delle volte avrei lasciato l’espressione parlare invece che aggiungere battute a caso (vedi primo punto nay)
2. Ma non ci si siamo mica già incontrati in qualche telefilm?
Ovviamente riconosco subito Corey Stoll quel gran viscidone di House of Cards e poi ecco apparire Garret Morris nei panni di un tassista. Ma forse, non sapete che il cameo di Morris, storico membro del cast di Saturday Night Live e ora tra i protagonisti del telefilm 2 Broke Girls, non è lì per caso. Infatti nel 1979, nello sketch Superhero Party tra Superman, Hulk, Flash ed altri mitici super eroi, ecco apparire Ant-Man interpretato da Garret Morris. Vedere per credere.
Ovviamente, una volta “beccati” quei due non sono riuscita a fermarmi e così ecco Bobby Cannavale, interprete di Paxton e visto in Will & Grace, Boardwalk Empire e tantissime altre serie poliziesche, Michael Peña che nel film è la classica spalla comica, è apparso in The Shield (ah! che serie!) e in My Name is Earl, per dirne solo due. E poi, Evangeline Lily, la Kate di Lost, che invece non avevo riconosciuto, anche se ogni tanto il sorriso sornione mi aveva dato un senso di deja vu. Ma oh.
3.Siri: Playing Disintegration by The Cure
Una delle poche scene d’azione del film diviene davvero mitica solo e solamente grazie ad una canzone. E a Siri. Siamo sul sobrio elicottero di Darren Cross che nei panni di Calabrone sta menando Ant Man. Una botta di qua, una botta di là e svegliano Siri che si faceva i fatti suoi nelll’iPhone e allora che fa? Fa partire il disco Disintegration dei Cure e il pezzo di apertura Plainsong.
4.Non alzarti da quella poltroncina!
Se vi siete visti gli altri film Marvel e ancora vi alzate appena finito il film, senza aspettare la fine, della fine, della fine dei titoli di coda io davvero, non so cosa dirvi. Siete dei casi irrecuperabili. In caso contrario, avrete visto il costume di Hope, una versione moderna di Wasp e nel secondo finale, avrete visto il Cap con Falcon alle prese con Barnes che dice, “No, non lo chiamiamo Töny, che rompe sempre i maröni!” e Falcon che suggerisce di chiamare uno nuovo, uno che diventa piccolo….
Punti NAY
1.”Voglia scusare mia figlia che non ha potuto fare i compiti perché la madre è diventata subatomica”
Questa doveva essere la scena toccante del film ma Michael “Prugna Secca” Douglas ha mirato al cuore e ha beccato la milza. Dopo il rapporto ricco di contrasti tra padre e figlia per la maggior parte del film, arriva la parte di chiarimenti e sentimento. Pym racconta la verità sulla morte della madre a Hope ma, nonostante la verità sia di sacrifizio, sofferenza e amore, la frase “tua madre è diventata subatomica” su di me ha avuto un’effetto esilarante che nemmanco il solletico sotto le ascelle. Insomma. pathos perso forever e punti a favore del film, ribassati parecchio. E la battuta di Lang, non ha aiutato proprio per nulla.
2. Una volta che lo impari, non puoi sbagliarti
Ennò. Maddai. Ma perché l’Eroe nei film una volta che impara le tecniche fighe da Süper, non sbaglia maimaimai più? cioè, Scott Lang ci ha il fisico e le tecniche ninja nel sangue, lo capiamo già a inizio film, quando crede di derubare a Villa Pym, ma cavoli. Rimpicciolirsi in corsa e lanciarsi nel buco di una serratura non è banale. Ma dopo alcune prove, con classiche botte acchiappa risata, lui lo fa sempre benissimo. Non svomitazza o sviene quando si ritrova in volo sulla Formica Volante e insomma diventa perfetto. Personalmente troverei molto più facile empatizzare con un eroe che talvolta sbaglia, rendendolo più “normale” nella sua eccezionalità.
3. Chu Chu Motherfucker
Niente di tragico ma questa scena, nonostante tutto, nonostante sia fatta bene, anche se troppo lunga e lenta per essere una scena d’azione, e comunque mi sia piaciuta, mi ha fatto ridere di più nel trailer.
4. Antony, perché?
Scott Lang, dato che non è uno scienziato non apprezza il fatto che la sua creatura volante, la formica gigante su cui volteggia e guida la battaglia contro Cross, originariamente avesse come nome un numero, il 247 e la ribattezza Antony. Lo accarezza e gli i complimenti e cosa fanno gli sceneggiatori? Lo fanno ammazzare da Cross. Da un proiettile, lui tra un milione di altre formiche. E nemmeno un momento malinconia. Niente. Quindi, il mio pensiero va a te, Antony. Mi piacevi tanto.
E qui finisco e se avete letto fino a qui, grazie, perché era nata come una recensione da poche righe ed è diventata una roba strana di un sacco di parole.
Se l’avete letta senza aver visto il film vi siete spoilerati un sacco di cose, ma nel caso, vi consiglio di vederlo comunque, specialmente se siete amanti dei film Marvel.
Kiss kiss (bang bang)
Questo pezzo mi è piaciuto un casino.
il film non l’ho (ancora) visto
lo vedrò
peccato per Anthony
grazie, ti prego recensisci altro
Ma non sei arrabbiatissimo che ti ho spoilerato tutto?
Comunque graziegraziegrazie! Andrò avanti a scrivere di qualche telefilm e mi sa che mi divorerò Agents of S.H.I.E.L.D., che mi sono clamorosamente persa.
Film, chissà! 😀