February 2016 – soundtrack

Dall’inizio di questo 2016, ho deciso che la colonna sonora della mia vita non potesse rimanere chiusa in solitudine nella mia testa, perciò la condivido con voi, volenti o dolenti.

Ad una prima occhiata questo febbraio può apparire un po’ schizofrenico ma la colpa è di Sanremo e del fatto che nonostante io non sia una fruitrice assidua di musica da classifica italiana, non me ne perdo una edizione da anni e poi le canzoni mi rimangono appiccicate in testa. Sì, anche se per questa 66a edizione avevo dichiarato il contrario….

Comunque, sereni! Non troverete esclusivamente roba sanremese, anzi.

Quindi, ciancio alle bande ecco…

LA COLONNA SONORA DEL MIO FEBBRaIO 2016

Per cominciare ho recuperato il vecchio amore per i Nada Surf, gruppo newyorchese con uno stile inconfondibile ed evocativo.

Love and Anger, pezzo del 2010 contenuto in If I Had A Hi-Fi, fa partire questa playlist con un tocco di epicità in crescendo e un testo profondo che ben si adatta al mio stato mentale. Perciò abbarbicata alla mia coperta e sferruzzando dei guanti ho canticchiato a mezza voce.

What if it’s so deep you don’t think
That you can speak about it?

What would we do without you?

Just you wait and see
Someone will come to help you

Le prime note arpeggiate di Hey, That’s No Way To Say Goodbye mi fanno sempre vibrare dentro. Ma c’è un lato buffo e cioè che non ho mai approfondito Leonard Cohen come meriterebbe, perciò per anni non ho saputo di chi fosse questo pezzo e solo per caso, durante questo febbraio, sentendola in un telefilm (quale? boh!) l’ho riscoperta e ascoltata in loop.

Ho proseguito con un umore un po’ uggioso ma sognante con i Mazzy Star e la loro Fade into You per poi passare al primo regalo (forse l’unico) che mi ha portato questo Sanremo 2016 e cioè Ezio Bosso. Non lo conoscevo ma questo non mi fa sentire in difetto, anzi. Mi sembra meravigliosa l’idea di scoprire capolavori in situazioni inaspettate. Così mi sono ascoltata The 12th Room e sono rimasta colpita in particolar modo da Missing a Part “The Waiting Room G”.

A questo punto parte la parentesi sanremese perché c’è che, da una prima serata che mi aveva lasciata a sbrodolare nell’apatia, alla fine Sanremo 2016 mi ha lasciato in testa delle melodie che non avrei mai e poi mai pensato di apprezzare, prima su tutte Noemi e La borsa di una donna, la favolosa Patty Pravo con Cieli Immensi (“Ma tu chi sei? Che cosa vuoi?),  Francesca Michielin con Nessun grado di separazione e Odio le favole di Ermal Meta.

In realtà durante il festival mi sono piaciuti anche Bluvertigo e Elio e le Storie Tese ma risentendole, davvero non sono nelle mie corde.

E comunque il festival di Sanremo 2016 l’ha vinto lui.

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Vessicchio in the space.

Dopodiché mi sono infognata con una serie tv Netflix che ancora non ho capito se mi è piaciuta o meno (non vi dico qual è) e quindi mi sono rimaste in testa due pezzi molto emozionanti, The Way I Am di Ingrid Michaelson e The Golden State di John Doe ma cantata da Eddie Vedder.

Come ultimo pezzo per una rara volta, mi sono lasciata consigliare da Spotify e quindi Reminder dei Moderat, mi rigira in testa incessantemente.

Ben due pezzi però non sono riuscita ad inserire nella playlist e sono ugualmente importanti, quindi ve li segnalo coni relativi video presi da You Tube.

Una è When I’m Feeling Blue (Days Of The Week) dei Travis che canticchio ogni volta che non ricordo i giorni della settimana in inglese.

L’altra è la sigla di Derrick, telefilm tedesco anni ’70 che ha accompagnato gran parte della mia infanzia. Me l’ha ricordata leggere La resurrezione della carne di Francesco Bianconi e mi ha messo una forte malinconia, infatti l’attore che interpretava l’ispettore, nella mia testa di bambina, assomigliava tanto a mio nonno morto quando avevo 5 anni.

E quindi, ecco.

Come sempre, grazie al player di Spotify potete ascoltare il mio gennaio 2016 direttamente da questo post o a questo link.

Spero abbiate trovato qualcosa di vostro gradimento, buon ascolto!

Kiss Kiss (bang bang)

Valentina Di Martino

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